Roma: Il quinto secolo a.C.

Dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, la dedica del tempio di Giove Ottimo Massimo, toccò ai primi due Consoli della Repubblica nel 509 a.C.

Il quinto secolo per la Civitas romana è un periodo pieno di difficoltà, sia per fattori interni ( conflitti interni dovuti all'affermazione della Plebe), sia per fattori esterni ( lotte con Volsci, Equi ed Etruschi e crisi alimentare per declino commerciale).

A livello urbanistico vi sono comunque degli interventi importanti, come il rinnovamento del Foro che assume una forma regolare e la distribuzione diventa razionale.

La costruzione di due enormi templi, quello di Saturno e quello dei Castori contribuisce a monumentalizzare l'area.

Il tempio di Saturno fu dedicato nel 497 a.C. dai Consoli A.Sempronius Atratinus e M. Minucius Augurinus; Saturno è una divinità agraria e molto arcaica; nei pressi del tempio c'è il Mundus, cavità sotterranea destinata ai riti per la fertilità agraria.

Il tempio dei Castori fu votato da Postumio Albino dopo la battaglia del lago Regillo contro i Latini, dedicato nel 484 a.C., ristrutturato nel 117 a.C. da Cecilio Metello e ancora nel 6 d.C. da Tiberio e Druso. La cella era tripartita anche se le divinità venerate erano 2. Entrambi i templi sono di stile tuscanico.

In rosso il tempio di Saturno, in celeste il tempio dei Castori o Dioscuri, in verde Curia-Comizio-Lapis Niger, in grigio Regia-tempio e atrio di Vesta.

Dal quarto secolo fino al primo

Questa volta fattori interni ed esterni segnano il decollo della società ad ogni livello.

Con la vittoria contro Veio del 396 il territorio di Roma raddoppia e avviene anche l'assorbimento della popolazione latina. I contrasti interni furono eliminati con l'emanazione delle Leges Licinie-Sextiae che sancivano la parità tra Patrizi e Plebei. Roma pone le basi dell'egemonia in ambiente italico.

Nel 309, Papirio Cursore in trionfo per la vittoria contro i Sanniti, espone gli scudi dorati dei vinti come bottino di guerra e nel 293 Spurio Carvilio dopo aver fatto fondere le armi conquistate ai sanniti, fa fabbricare una statua con le fattezze di Giove.

Dopo l'incendio gallico del 390, la ricostruzione della città avvenne in modo disordinato, come ci informa Tito Livio.

FORO OLITORIO e FORO BOARIO

In nero il tempio di Giove Ottimo Massimo sul campidoglio; in grigio i templi di Fortuna e Mater Matuta ( destinato da ora alla celebrazione delle gesta dei summi viri), di fronte ai quali, tra gli altari, M. Fulvio Flacco nel 264 fa erigere un monumento come ex-voto dopo la conquista di Volsinii; in rosso il tempio della Fides, dedicato da A. Atilio Calatino nel 258 ed è il centro della politica estera e diplomatica della Repubblica; in giallo i templi di Iuno Sospita ( oggi San Nicola in Carcere ) , di Giano, dedicato da G. Duilio nel 260 dopo la battaglia navale di Mylae e di Spes, dedicato sempre da Calatino nel 256; in celeste i templi di Apollo Sosiano, dedicato da Gneo Iulio ( antenato di Giulio Cesare ) nel 431 per salvare la città dai mali e il tempio di Bellona; e infine il teatro che sotto Augusto diventerà di Marcello.

 

Foro Boario: In rosso il tempio di Ercole Olivarius ( erroneamente chiamato tempio di Vesta ), di pianta circolare, detta a tholos, con unico ingresso e con venti colonne di stile corinzio in peristasi, fu dedicato da M. Ottavio Hersenno, un mercante tiburtino ( di Tivoli ) alla fine del secondo secolo a.C. ; in celeste il tempio di Portunus ( divinità del porto ), uno pseudoperipetero ionico tetrastilo ( 4 colonne davanti ); il suo aspetto è dovuto ai rifacimenti del primo secolo a.C.

CAMPO MARZIO

In rosso, abbiamo le zone prese in esame in precedenza,il teatro, il tempio di Apollo e Bellona e del Campidoglio, quindi dove i cerchi rossi sono tagliati si trovano il foro olitorio e foro boario; in celeste la porticus (119 X 132 m) che Q. Cecilio Metello Macedonico fa erigere dopo la vittoria sui Macedoni di Andrisco e sui Greci, nel 146, anno della sua censura. Metello inglobò all'interno del suo quadriportico, il tempio a Iuno Regina eretto da M. Emilio Lepido nel 179, che affianca il tempio di Juppiter; i due templi assumono un valore bellico. La porticus fu distrutta intorno all'anno 30 e fu ricostruta con il contributo di Ottavia, sorella di Augusto e da allora tutta l'opera fu ribattezzata Porticus Octaviae. Accanto alla porticus vi è l' Aedes Herculis Musarum ( 179 a.C. ) opera di Marco Fulvio Nobiliore, il quale per la prima volta riutilizza simulacri greci come immagini di culto, per via dell'introduzione a Roma del culto ellenico di Ercole delle Muse. Questo gesto rappresentò un grande evento propagandistico dopo la vittoria sulla città etolica di Ambracia. In marrone l'area del Circo Flaminio, utilizzato per i giochi plebei dal 220 a.C. ; in arancio lo stagno di Agrippa ritrovato da poco tempo e in giallo il Pantheon, dedicato dallo stesso Agrippa. In verde vi è l'area del primo teatro in muratura a Roma ( 55 a.C. ), quello di Pompeo ( con tempio di Venere Vicitrice in summa cavea, cioè sulla sommità ) con annessi giardini, ricostruiti per sommi capi grazie alla rinvenuta forma urbis di età severiana e con subito dopo i 4 templi evidenziati in rosa, i quali ( tranne quello D distrutto ) sono visitabili nell'area di largo Argentina ( da sinistra verso destra in foto qui sotto), tempio A= tempio Giuturna, tempio B= Tempio Fortuna, tempio C= tempio Feronia, tempio D= tempio Lari Permarini ).

PALATINO

Sul Palatino abbiamo il tempio della Vittoria dedicato nel 294 a.C. da L. Postumio Megello e il tempio della Magna Mater dedicato nel 204 a.C.

 

Foro ( clicca per figura )

Dopo gli interventi del quinto secolo, nel foro romano sorgono altre importanti strutture come il tempio della Concordia dedicato da Furio camillo nel 367 a.C. ed edificato per la pace stipulata da patrizi e plebei dopo le Licinie-Sestie, il Macellum come mercato della carne, oltre alle 2 basiliche ( quella Emilia e quella Iulia, intermezzate dalla Sempronia )che delimitano l'area forense.

Del foro di Cesare si parlerà nella parte imperiale.

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