Roma: Dalle origini al sesto secolo a.C.

A livello mitico dovremmo presupporre uno stretto legame tra ambito romano e ambito greco, per via dell'arrivo in Italia di Enea, iniziatore del popolo romano e uomo più insigne degli antenati ( maiorum ).

A livello più prettamente storico ed archeologico, l'etnogenesi del popolo latino, si deve considerare come italica, poichè secondo le ultime ricerche, il popolo dell'area medio-italica è indigeno e quindi non proviene da nessun altro luogo del Mediterraneo o d'Europa.

Già all'inizio del primo millennio a.C. si può parlare di cultura latina autonoma, la quale si è distinta dalla cultura unitaria d'Italia dell'età del Bronzo ( da latini, sabini, etruschi ).

Nella fase 900 a.C. - 770a.C. abbiamo i primi insediamenti sul Campidoglio, nel Foro romano e sul Palatino del quale il più antico nucleo è rappresentato dalla c.d. Capanna di Romolo e in seguito da altre capanne tutte di forma ovale e leggermente infossate.

Il modello insediativo protourbano ebbe origine a partire dal 1000 a.C. ed è caratterizzato dalla formazione di grandi insediamenti ( grandi villaggi ) con l'alternanza di luoghi abitativi e spazi aperti adibiti al pascolo delle greggi e all'agricoltura. Gli insediamenti protostorici ebbero fin dal principio un aspetto protourbano calcolato sulla base di un disegno preciso e questo tende ad escludere la teoria comunemente accolta della fusione di più agglomerati vicini, come si intendeva con la teoria del Septimontium ( villaggi distinti sparsi sui sette colli che avrebbero dato vita ad unico centro abitato ).

La grande comunità inizia a concentrarsi su luoghi dominanti con i primi spazi per il mercato centrale e per i luoghi di culto. A livello sociale vi comincia ad essere la formazione di gruppi gentilizi e rapporti clientelari che caratterizzano la vita sociale di Roma fino all'epoca imperiale.

Dal settimo secolo a.C., dopo la bonifica della palude nell'area compresa tra Palatino e Campidoglio, inizia la pavimentazione del Foro romano. Il foro non solo acquista una funzione utilitaristica ( luogo d'incontro e di potere ) ma anche una funzione simbolica, perchè diventa luogo di memoria testimoniante l'identità cittadina.

 

FORO ROMANO ( clicca per figura )

 

Il foro è un insieme monumentale che si concentra attorno all'area pubblica che è libera per l'uso collettivo. E' luogo di memoria, carico di significato simbolico e attorno al quale le generazioni successive acquistano o rafforzano la consapevolezza di appartenenza alla comunità.

Il primi nucleo del foro di epoca regia è rappresentato dal complesso Curia-Comizio (freccia rossa) e dal complesso Regia- tempio Vesta (freccia celeste).

Con la costruzione del Comizio (fine settimo secolo), che era la sede per le riunioni elettorali, e della Curia, avente funzione religiosa ( tutti i fatti pubblici andavano svolti in ambito religioso per avere validità ), vi è stato l'atto di fondazione della città come spazio politico e giuridico.

Vicino il comizio vi è un antichissimo santuario detto Volcanal ( Vulcano ) che è costituito da una piattaforma su cui sorge un altare a tre ante con accanto il famoso Cippo iscritto del foro Sche rappresenta una delle prime testimonianze dell'epigrafia latina. Il testo era bustrofedico ( da sinistra a destra, poi da destra a sinistra e ancora viceversa ) e diceva: "Chiunque violerà questo luogo sia consacrato agli Dei infernali".

Il santuario fu violato durante il sacco gallico del 390 a.C. e da allora il complesso è stato coperto da marmo nero ( Lapis Niger ) a testimonianza del grande oltraggio.

Nella fossa sotto il Lapis Niger vi erano doni sacrificali, ceramiche di bucchero, ceramiche corinzio-etrusche e ceramiche attiche a figure nere, un antefeissa con Gorgone e statuette bronzee databili alla metà del sesto secolo.

La Regia con cortile trapezioidale(cfr figura supra), che viene ricostruita per 3 volte tra settimo e sesto secolo,era abitazione del re Numa ed è posta vicino al tempio circolare di Vesta, che conservava il focolare sacro che mai doveva spegnersi ( era compito delle vestali vigilare ), per non cadere nel caos ( baratro ).

 

MAGNIFICENTIA DEI TARQUINI

 

Dai Tarquini in poi inzia un periodo di magnificentia per crescita topografica, per popolazione e per organizzazione. Questo fervore contribuisce ad apportare notevoli novità in campo edilizio. Vengono costruite le mura di cinta, dette Serviane (Servio Tullio) per valenza difensiva ma limite invalicabile in senso religioso e giuridico ( Pomerium ) e la Cloaca Maxima, per lo smaltimento delle acque.

A questo periodo risalgono le costruzioni nell'area del Foro Boario ( commercio bestiame ) e del Foro Olitorio ( commercio olio ), compresi tra il Tevere, il Campidoglio e l'area del Circo Massimo.

In quest'area, alle pendici del campidoglio furono dedicati forse da Servio Tullio (578 a.C. ) due templi gemelli, Fortuna e Mater Matuta, scoperti accanto e sotto la chiesa di S. Omobono. però non si sa ancora se entrambi i templi appartengono all'epoca arcaica.

Il tempio di Mater Matuta ebbe una prima fase sotto Servio Tullio e in seguito fu ristrutturato da Tarquinio il Superbo. Si tralascia la descrizione dei frontoni delle diverse fasi, i quali sono in parte conservati ai Musei capitolini.

CAMPIDOGLIO E TEMPIO DI GIOVE

Il Campidoglio al tempo della città protourbana era la sede della necropoli cittadina, poi spostata dopo la bonifica dell'area del foro, sul monte Esquilino.

Il Campidoglio è anche la sede del più grande ed importante tempio di Roma. Il tempio di Giove Ottimo Massimo era dedicato al Dio maggiore del Pantheon romano, nonchè padre di tutti gli altri Dei.

Fu iniziato sotto Tarquinio Prisco, ultimato da Tarquinio il Superbo e dedicato dai primi due Consoli della neonata Repubblica romana nel 509 a.C.. IL tempio era in stile Etrusco-Italico ( tipo tuscanico ) e per questo motivo si differenziava dal Tempio Greco. Alcune differenze tra i due stili:

 

Tuscanico
Greco
Tempio rialzato su altissimo podio Tempio privo di podio
Solo un ingresso su un lato corto, dopo un'alta scalinata . Vietato l'ingresso ai non autorizzati Ingresso sui 4 lati del tempio e passaggio pubblico anche per proteggersi dalla pioggia
Cella addossata alla parete di fondo Cella posta al centro del tempio

 

Il tempio di Giove, costruito su una fondazione di blocchi di cappellaccio, era di pianta quasi quadrata, con un grande podio per un'aria di 62 X 54 metri con un orientamento N-S. La cella era tripartita per alloggiare i simulacri della triade capitolina. Al centro vi era Giove, più grande, e ai lati Giunone e Minerva; il rapporto di grandezza delle celle era 3:4:3. Le decorazioni, la statua di Giove e l'enorme quadriga che culminava il tempio sull'acroterio centrale, sarebbero da attribuire all'artista etrusco Vulca, proveniente da Veio.

La probabile assenza di colonne sulla parte posteriore del tempio, farebbe dello stesso un periptero sine postico

Il tempio conservava i Libri Sibillini, fondamento della religione romana ma con l'incendio dell' 83 sotto Silla i libri andarono distrutti e dovettero essere rintracciati in territorio italico negli anni successivi.

Dopo la cacciata di tarquinio il Superbo nel 509, prende il via la fase repubblicana, che consacrerà Roma come potenza indiscussa del Mediterraneo.

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