Roma: Da Augusto al Tardo Antico

Il passaggio dalla Repubblica all'Impero è scandito dalle furibonde guerre civili iniziate con la morte di Cesare, avvenuta il 15 Marzo del 44 a.C., e terminate con la vittoria del 31 a.C. di Ottaviano ad Azio, contro Antonio e Cleopatra e con l'attribuzione del titolo di Augusto, allo stesso Ottaviano nel 27 a.C.

Augusto pose ordine alla Repubblica, la quale però perse autonomia, dando il via ad una nuova epoca, nella quale un solo uomo poteva disporre di un elevatissimo potere.

Nella figura di Augusto vennero concentrati il potere religioso in qualità di Pontefice Massimo, il potere militare in qualità di Console confermato ogni anno e soprattutto il potere di proporre leggi, fermare i lavori del Senato ed essere considerato inviolabile e Sacrosanctus in virtù della Potestà Tribunizia, che era appannaggio dei Tribuni della Plebe in fase repubblicana.

Di fatto il Senato non venne completamente annullato ma continuò ad avere alti ruoli decisionali e affiancò nel governo dello stato, il Principe , a cui però doveva rendere conto e da cui indiscutibilmente dipendeva.

L'impero venne diviso in Provincae imperiali e Provincae Senatoriae, le prime governate dal Princeps in persona mediante suoi delegati e considerate ancora non del tutto pacificate e per questo con massiccia presenza di legioni; le seconde, governate dal Senato, erano già pacificate e per questo motivo non disponevano di grandi contingenti militari. ( Per cartina confronta wikipedia ) .

Augusto fu imbattibile nell'accativarsi le acclamazioni del popolo e a riscuoterne il conseguente potere. Ideologicamente, Augusto vantava la discendenza da Giulio Cesare e quindi da Venere in persona e questo garantiva il collettivo rispetto nonchè la giustificazione del suo potere, che ebbe la definitiva conferma, con la divinizzazione di suo padre adottivo e ciò significava che gli Dei erano ben disposti nei confronti del suo dominio.

Il 18 Agosto del 29 a.C. Ottaviano dedicò nel foro romano, di fronte il tempio dei Castori, il Tempio del Divo Giulio (il tempio doveva essere esastilo , 6 colonne sul davanti ). Cesare divenne il primo romano divinizzato e nel suo nome venne creato un culto; il giorno della sua divinizzazione, comparse in cielo una stella ( SIDUS ) e il Prodigium venne spiegato con la congiuzione di Cesare agli altri Dei e questo per Ottaviano rappresentò un notevole evento di propaganda. Da quel momento in poi, la figura di Cesare divinizzato, venne raffigurata con una stella sopra la testa ( molte icone sono state rinvenute con un foro sulla testa e ciò ha permesso l'identificazione del Divo Giulio poichè nel foro stesso vi era l'aggancio con il sidus ).

 

IL FORO DI CESARE E I FORI IMPERIALI

 

 

In grigio è la Curia del foro romano, la quale è a diretto contatto con il foro di Cesare, nel riquadro verde. L'inizio dei lavori è da ascriversi al 54 a.C., il voto risale al 46, in occasione del triplice trionfo su Africa, Gallia ed Egitto e nel 29 il foro di Cesare viene completato e inaugurato da Augusto assieme alla curia. La costruzione del foro di Cesare può essere vista come una ricerca di prestigio personale e di affermazione del culto dinastico attraverso la realizzazione di un progetto architettonico; tutto ciò è confermato dal voto, nel 48, del tempio di Venere Genitrice, posto in posizione centrale, al termine del foro; essa era protrettrice e genetrice della Gens Giulia,esaltando la sua natura divina. L'intera costruzione del foro con i relativi espropri di beni privati per liberare l'area del cantiere, costò 100 milioni di sesterzi. Lo scopo ufficiale del progetto di Cesare restò comunque l'alleggerimento delle funzioni politiche del vecchio foro. Il Foro di Cesare è una grande piazza rettangolare di 160 X 75 metri, circondata su tre lati da un doppio porticato; l'ingresso si appriva a Sud-Est, in asse con il tempio di Venere. Al centro della piazza vi era la statua equestre ( a cavallo ) e loricata ( lorica-corazza militare ) di Cesare, che riutilizzava la statua di Bucefalo ( cavallo di Alessandro Magno ) dello scultore greco Lisippo. Il tempio di Venere era ottastilo ( 8 colonne sulla fronte ), picnostilo e periptero sine postico ( colonnato su tre lati ) e le colonne di ordine corinzio. Il tempio era su alto podio alla maniera tuscanica e si accedeva al complesso mediante due scalinate laterali incasste nel podio; la cella era absidata e ospitava la statua di Venere, opera dell'artista Arcesilao.

In arancione il foro di Augusto che si trova a stretto contatto con quello di Cesare, da cui, attraverso i portici vi si accedeva. Il foro è di forma rettangolare con due grandi aree absidate, le Esedre, ai lati, le quali alloggiavano le immagini dei summi viri tra cui Romolo da un lato ed Enea dall 'altro. Al centro della piazza vi era la quadriga di Augusto trionfatore con una vittoria alata in mano. In questo momento Augusto rappresenta il Pater Patriae. Sul fondo del foro vi è il tempio di Marte Ultore ( vendicatore ), votato nel 42 a.C. e dedicato nel 2 a.C.. Il tempio come si noterà dalla pianta, risulta sproporzionato rispetto alla piazza e questo è per la mancanza di spazio che caratterizza tutta l'area. Anche augusto operò dei espropri come Giulio Cesare e la parte finale del tempio è addirittura tagliata a causa della vicinanza con il quartiere della Subura. Un fatto interessante è rappresentato dall'altare che è innestato al centro della scalinata del tempio. La cella del tempio era tripartita e all'interno di esse, vi erano i simulacri del Divo Giulio e Venere ai lati e di Marte al centro; sul frontone tempio invece, vi erano le personificazioni di Palatino e Tevere sdraiati ai lati, e dall'esterno verso l'interno, Romolo e Roma, Venere e Fortuna e poi Marte al centro. I portici del foro erano su ordini, di cui il primo colonnato costruito con marmo cipollino dell'Eubea e il secondo con marmo pavonazzetto ( frigio ). Augusto inserì nel suo foro, all'interno dell'aula del Colosso, posta sul lato destro tempio di Marte, guardando verso il foro di Cesare, dipinti originali dell'artista greco Apelle, il preferito di Alessandro Magno.

In rosso il foro della Pace, edificato dall'imperatore Vespasiano, nella parte più esterna dei fori imperiali. Il foro, costruito nel 74 d.C. e terminato da Domiziano l'anno successivo era di pianta quadrata ( 130 X 110 ) e secondo le ultime ricerche, non pavimentato ed usato a mò di giardino. La costruzione celebrava la raggiunta pace dell'impero dopo la guerra giudaica. Il tempio della Pace era inglobato nel portico di cinta e doveva essere un esastilo. La forma urbis di età severiana è stata ritrovata in questo complesso.

In celeste il Foro ( transitorio ) di Nerva, interposto tra il foro della Pace e i fori di Cesare ed Augusto, fu inaugurato nel 97 d.C.. E' il più piccolo dei fori ed è di una forma rettangolare molto stretta di 120 X 45 metri. Sul fondo del foro vi era il tempio di Minerva di cui oggi rimangono 2 colonne.

Evidenziata in marrone e rosa è l'area riconducibile all'epoca traianea ( 98-117 d.C. ); in marrone, il foro di Traiano ( 112 a.C. ) con la statua equestre dell'imperatore al centro e come sfondo la grandiosa basilica Ulpia ( Traiano proveniva dalla gens Ulpia ), con ampia navata centrale e due ordini di colonne ai lati, in rosa il complesso dei Mercati traianei , polo amministrativo e centro burocratico, creato con lo sbancamento di una parte del monte Quirinale ( l'altezza del grandioso scavo è testimoniata dall'altezza della colonna traiana, 40 metri compreso il dado di base ) e con la funzione di contenere la spinta del monte stesso verso valle, con lo scopo di creare lo spazio adatto alla costruzione del foro che quindi notorioramente è giudicato posteriore ai Mercati; sul lato della basilica Ulpia che non da sul foro, vi sono le biblioteche latina e greca, tra le quali si erge la colonna coclide istoriata, chiamata Colonna Traiana ( dalle bibliotehe era possibile ammirare i fregi della colonna ) . La colonna, su tutta la sua superficie a spirale, come se fosse un rotolo dispiegato, narra l'intera saga delle guerre daciche condotte da Traiano dal 101 al 107 d.C.. L'impresa divenne un'enorme evento di propoganda come d'altronde lo fu anche la colonna antonina per Marco Aurelio, per le guerre in terra germanica. La colonna posa su un grande dado che fa da basamento e che conteneva le ceneri dell'omperatore Traiano in persona.

Foro di Traiano e Mercati dal Vittoriano

Colonna Traiana e colonne della Basilica Ulpia

 

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